In un contesto di crescente tensione commerciale, il premier cinese Li Qiang ha lanciato un duro attacco contro le politiche degli Stati Uniti e dell’amministrazione guidata dal presidente Usa, Donald Trump, accusandoli di esercitare una prepotenza economica attraverso l’imposizione di dazi su vari prodotti. Questo forte disappunto è emerso durante un colloquio telefonico con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e rappresenta una delle posizioni più esplicite della leadership cinese contro le politiche protezionistiche del presidente Donald Trump. Le affermazioni di Li Qiang non solo evidenziano un chiaro esempio di unilateralismo, ma si inseriscono anche in un contesto di tensioni commerciali sempre più accentuate tra Pechino e Washington.
Le dichiarazioni di Li Qiang
Durante la conversazione, Li ha sottolineato come gli Stati Uniti stiano abusando del potere dei dazi nei confronti di tutti i loro partner commerciali, inclusi Cina ed Europa. Secondo il premier, tali politiche non riflettono una reale giustificazione economica, ma piuttosto un tentativo di dominare le relazioni commerciali globali. Questo attacco non è un episodio isolato, ma rappresenta una manifestazione di un deterioramento delle relazioni tra le due potenze negli ultimi anni.
Gli Stati Uniti hanno annunciato “l’abuso di dazi su tutti i loro partner commerciali, tra cui Cina ed Europa, con varie scuse. Si tratta di un tipico atto di unilateralismo, protezionismo e di prepotenza economica”. È questo il duro attacco del premier cinese Li Qiang, il primo esplicito e pubblico da parte della leadership mandarina, contro le politiche di Donald Trump. Nella telefonata con la presidente del Commissione Ue, Ursula von der Leyen, Li ha assicurato che Pechino dispone “di sufficienti strumenti di politica di riserva per tutelarsi del tutto da influenze esterne avverse”, nel resoconto diffuso in serata dalla diplomazia cinese.
Le risposte dell’Unione Europea
Ursula von der Leyen ha descritto l’incontro come “costruttivo”, evidenziando l’importanza della stabilità e della prevedibilità per l’economia globale. Ha ribadito la necessità di una collaborazione responsabile tra Cina e Europa per affrontare le problematiche generate dai dazi imposti dagli Stati Uniti. Con il cinquantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Unione Europea e Cina in arrivo nel 2025, un vertice previsto per luglio si presenta come un’opportunità per discutere non solo delle relazioni bilaterali, ma anche delle questioni globali, come la cooperazione per una transizione sostenibile.
Meccanismi di monitoraggio e cooperazione
Un tema centrale della conversazione è stata la proposta di un meccanismo di monitoraggio per prevenire deviazioni commerciali dovute alla sovraccapacità industriale, aggravata dai dazi statunitensi. Von der Leyen ha sottolineato l’importanza di affrontare gli effetti indiretti di queste politiche, come l’afflusso massiccio di prodotti cinesi nel mercato europeo, che potrebbe distorcere i mercati. In risposta, Li Qiang ha assicurato che la Cina ha gli strumenti necessari per proteggere la sua economia dalle influenze esterne sfavorevoli, dimostrando così la determinazione di Pechino nel difendere i propri interessi economici.
La questione della pace in Ucraina
Oltre ai temi commerciali, il colloquio ha toccato questioni geopolitiche, in particolare il conflitto in Ucraina. Von der Leyen ha invitato la Cina a intensificare i suoi sforzi per contribuire a un processo di pace duraturo, sottolineando che qualsiasi accordo deve essere stabilito dall’Ucraina stessa. Questa richiesta si inserisce in una crescente pressione internazionale affinché la Cina assuma un ruolo più attivo nella promozione della stabilità regionale. La situazione attuale mette in evidenza le complesse interrelazioni tra economia e geopolitica, con la Cina che deve bilanciare le sue ambizioni economiche con le aspettative della comunità internazionale. Il dialogo tra Pechino e Bruxelles rappresenta quindi un’opportunità non solo per affrontare le controversie commerciali, ma anche per sviluppare una cooperazione più ampia su questioni globali vitali.