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Cina introduce nuovi dazi del 10-15% su prodotti agricoli statunitensi

Pechino introduce da oggi dazi tra il 10 e il 15% su diversi prodotti agricoli americani. Questa è l’ultima reazione all’innalzamento delle tariffe Usa, provocato dall’incapacità della Cina di controllare il fentanyl. Nel mirino sono finiti soia, carne e frutta.

A partire da oggi, 10 marzo 2025, la Repubblica Popolare Cinese ha introdotto dazi variabili tra il 10% e il 15% su una selezione di prodotti agricoli provenienti dagli Stati Uniti. Questa decisione rappresenta una risposta diretta alle recenti misure adottate da Washington, che ha aumentato le tariffe al 20% su una vasta gamma di beni importati dalla Cina. Le motivazioni alla base di questa escalation sono legate principalmente all’incapacità del governo cinese di affrontare in modo efficace il problema del fentanyl, una sostanza che ha causato un numero crescente di decessi negli Stati Uniti.

L’entrata in vigore dei nuovi dazi

Il nuovo regime di dazi entrerà in vigore a partire da oggi, colpendo diversi settori dell’agricoltura. Questa misura è vista come un’azione di ritorsione da parte di Pechino, che cerca di mantenere una posizione di forza nelle trattative commerciali, senza compromettere eccessivamente le possibilità di un futuro accordo.

Prodotti colpiti dai dazi

I dazi cinesi interesseranno una vasta gamma di prodotti agricoli, tra cui:

  1. Soia
  2. Sorgo
  3. Carne di maiale
  4. Carne di manzo
  5. Frutta e verdura
  6. Prodotti lattiero-caseari
  7. Pesce

In particolare, i gruppi di prodotti come pollame, grano, cotone e mais subiranno una tassazione del 15%. È importante notare che le merci già in transito verso la Cina prima del 10 marzo non saranno soggette a questi dazi, a condizione che arrivino entro il 12 aprile.

Analisi delle ripercussioni

Questa strategia di ritorsione sembra mirata a influenzare la base elettorale del presidente statunitense Donald Trump, senza compromettere eccessivamente le possibilità di una futura negoziazione commerciale. Gli esperti avvertono che, rispetto alla precedente guerra commerciale, la Cina ha compreso che rispondere con dazi proporzionali potrebbe rivelarsi controproducente, date le crescenti dipendenze delle sue esportazioni verso gli Stati Uniti.

Secondo un’analisi della Banca Mondiale, le esportazioni cinesi nel 2024 hanno raggiunto livelli record. Tuttavia, nel contesto attuale di crescente incertezza economica, caratterizzata da deflazione, deboli consumi e una crisi del mercato immobiliare, è probabile che queste dinamiche non forniscano lo stesso supporto economico per il 2025. Gli esperti avvertono che le tensioni commerciali in corso potrebbero aggravare ulteriormente le difficoltà economiche del Dragone, rendendo la situazione ancora più complessa per i leader cinesi.

Fonti ufficiali, come il Ministero del Commercio cinese, hanno confermato l’implementazione di queste misure, evidenziando l’intenzione di Pechino di proteggere i propri interessi economici in un clima internazionale sempre più competitivo e conflittuale.

Redazione

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