Sanremo, il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva della Rai riguardo all’affidamento del marchio Festival della Canzone Italiana. Il giudizio d’appello è fissato per il 22 maggio, lasciando aperta l’opzione di gara per le edizioni future.
La recente decisione del Consiglio di Stato ha avuto un impatto significativo sulla gestione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, respingendo la richiesta di sospensiva avanzata dalla Rai. Questa sentenza, che segue la decisione del Tar della Liguria di dicembre 2024, ha confermato l’illegittimità dell’affidamento diretto della gestione del festival alla Rai per le edizioni 2024 e 2025. La situazione ha attirato l’attenzione di media, addetti ai lavori e fan della musica italiana, tutti interessati all’evoluzione di questo celebre evento.
Decisione del Consiglio di Stato
Nell’ordinanza pubblicata il 4 aprile 2025, il Consiglio di Stato ha stabilito che non ci sono motivi sufficienti per giustificare una sospensione immediata del provvedimento del Tar, poiché l’udienza di merito è già fissata per il 22 maggio. I giudici hanno evidenziato che le argomentazioni della Rai riguardano principalmente le modalità di attuazione della sentenza da parte del Comune di Sanremo, piuttosto che la legittimità del bando stesso. Pertanto, la decisione di rinviare al prossimo maggio per affrontare il merito del caso è stata considerata la più opportuna.
Il contesto legale
Per comprendere meglio la situazione attuale, è importante ricordare che nel dicembre 2024 il Tar della Liguria aveva dichiarato illegittima l’assegnazione diretta alla Rai per l’organizzazione del festival. Questa decisione ha imposto al Comune di Sanremo di predisporre un bando aperto a tutti gli operatori del settore per le future edizioni. Nonostante ciò, la Rai sostiene di mantenere la titolarità del marchio “Festival della Canzone Italiana”, un aspetto che ha generato un acceso dibattito legale.
Nuove opportunità per il festival
Il Comune di Sanremo ha già avviato una procedura di gara per l’organizzazione delle edizioni 2026, 2027 e 2028 del festival, con un corrispettivo minimo di 6,5 milioni di euro per i diritti di organizzazione. Questo rappresenta un incremento di 1,5 milioni rispetto alla convenzione attuale e include un’aliquota dell’1% sui ricavi pubblicitari. Il nuovo partner sarà responsabile di tutti i costi organizzativi, compresi quelli per la realizzazione di un palco esterno simile a quello utilizzato nelle ultime edizioni.
In questo contesto, si stanno intensificando le voci su potenziali nuovi operatori, con Warner Bros Discovery tra i nomi più discussi come possibile concorrente della Rai. La competizione per l’organizzazione del festival si preannuncia agguerrita e l’eventuale scelta di un nuovo partner potrebbe portare a un rinnovamento significativo nell’approccio e nella visione del festival.
Parallelamente, la Rai starebbe preparando un piano alternativo nel caso in cui non si raggiunga un accordo con il Comune di Sanremo. Questo piano prevede la creazione di un nuovo festival, che potrebbe chiamarsi “Festival della Musica Italiana”, destinato a eleggere il rappresentante italiano per l’Eurovision Song Contest. Tale mossa rappresenterebbe non solo una risposta diretta alla perdita della gestione del festival di Sanremo, ma segnerebbe anche un’evoluzione nel panorama musicale italiano, mantenendo viva l’attenzione per la musica nazionale.
Mentre ci si avvicina all’udienza del 22 maggio, il futuro del Festival di Sanremo rimane incerto. Le ripercussioni di questa disputa legale potrebbero avere un impatto duraturo non solo sulla kermesse, ma anche sull’intero settore musicale italiano. La competizione tra la Rai e il Comune di Sanremo è destinata a proseguire, mentre gli appassionati di musica e gli esperti del settore attendono con interesse gli sviluppi nei prossimi mesi.