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Dazi Trump, la rivolta dei costruttori auto Usa contro l’aumento dei prezzi

Elon Musk, Ford, GM e Stellantis, si oppongono ai dazi del 25% sulle auto importate negli USA. Questi costi, annunciati da Donald Trump, rischiano di aumentare i prezzi al consumo e danneggiare la competitività dell’industria automobilistica nordamericana.

L’annuncio dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di imporre dazi doganali del 25% sulle automobili importate ha sollevato un’ondata di preoccupazione tra i principali costruttori automobilistici americani e europei. Questo provvedimento, che entrerà in vigore il 2 aprile, ha spinto Ford, General Motors (GM) e Stellantis a esprimere la loro contrarietà, sottolineando come tali tariffe rappresentino una minaccia per la competitività del settore automobilistico nordamericano e per i consumatori americani.

Le dichiarazioni

In un comunicato rilasciato dall’Associazione professionale dei costruttori americani (AAPC), i principali gruppi automobilistici statunitensi hanno sottolineato l’importanza di mantenere prezzi accessibili per i consumatori. Le aziende hanno dichiarato di voler collaborare con il governo per sviluppare politiche che supportino l’industria senza gravare sui costi per i consumatori. In particolare, hanno messo in evidenza che l’imposizione di tali dazi potrebbe avere un impatto “significativo” sui costi di produzione, non solo per i veicoli assemblati negli Stati Uniti, ma anche per le auto elettriche come le Tesla. Elon Musk, CEO di Tesla, ha avvertito che le nuove tariffe incideranno sui prezzi dei pezzi di ricambio provenienti dall’estero, con effetti diretti sui costi finali per i consumatori.

Preoccupazioni dell’industria automobilistica europea

Anche l’Associazione dei costruttori europei di automobili (ACEA) ha espresso grande preoccupazione riguardo a queste misure. Sigrid de Vries, direttore generale dell’ACEA, ha affermato che i dazi non solo danneggeranno le case automobilistiche europee, ma avranno anche conseguenze negative per la produzione interna statunitense. Secondo l’ACEA:

  1. Tra il 50% e il 60% dei veicoli prodotti negli Stati Uniti sono destinati all’esportazione.
  2. Le nuove tariffe potrebbero ostacolare la competitività dell’industria automobilistica americana a livello globale.

L’associazione ha esortato a un dialogo immediato tra Stati Uniti e Unione Europea per evitare una guerra commerciale dannosa.

Impatti economici e reazioni del mercato

Il mercato ha reagito negativamente all’annuncio delle nuove tariffe. Le azioni delle case automobilistiche hanno subito un calo significativo, con perdite tra il 2% e il 3% per aziende come General Motors e Stellantis. Gli analisti economici temono che l’aumento dei costi di produzione possa tradursi in prezzi più elevati per i consumatori, riducendo la domanda di veicoli e influenzando negativamente l’economia in generale.

La mossa di Trump è stata vista come un tentativo di proteggere l’industria automobilistica americana e stimolare la produzione interna. Tuttavia, molti esperti avvertono che una simile strategia potrebbe avere effetti opposti, danneggiando la capacità delle aziende di rimanere competitive in un mercato globale sempre più interconnesso.

Le conseguenze per i consumatori

I dazi doganali imposti su un’ampia gamma di veicoli e parti automobilistiche potrebbero comportare un aumento dei prezzi per i consumatori americani. Con quasi la metà dei veicoli venduti negli Stati Uniti importati dall’estero, i costi di produzione più elevati potrebbero riversarsi sui consumatori, rendendo le automobili meno accessibili. Inoltre, il rischio è che, aumentando i prezzi, si possa ridurre la domanda, con potenziali ripercussioni negative sui posti di lavoro nel settore automobilistico.

La reazione internazionale

La reazione internazionale non si è fatta attendere. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha espresso il suo rammarico per la decisione degli Stati Uniti e ha avvertito che le tariffe rappresentano una tassa dannosa per le aziende e i consumatori. Anche il Canada ha denunciato le nuove misure, con il primo ministro Mark Carney che ha definito i dazi un “attacco diretto” al paese.

In un contesto di crescente tensione commerciale, l’Unione Europea ha già predisposto un pacchetto di dazi del valore di 26 miliardi di euro da applicare a partire dal 12 aprile, in risposta alle misure statunitensi. La situazione richiede una gestione attenta per evitare escalation e conflitti commerciali che potrebbero avere ripercussioni significative sull’economia globale.

Con l’entrata in vigore dei nuovi dazi, il settore automobilistico si trova di fronte a sfide senza precedenti. L’incertezza normativa e le pressioni sui prezzi potrebbero spingere le aziende a rivedere le loro strategie produttive e di approvvigionamento. Le prossime settimane saranno cruciali per osservare come le aziende e i governi reagiranno a questo contesto in evoluzione, in una battaglia commerciale che potrebbe ridefinire le dinamiche del mercato automobilistico globale.

Redazione

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