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Delitto di Garlasco, il legale della famiglia Poggi: “La difesa di Stasi si era opposta alle analisi genetiche”

Il caso del delitto di Garlasco, avvenuto nel 2007 e che ha coinvolto la giovane Chiara Poggi, torna a far parlare di sé dopo la richiesta della Procura di Pavia di un incidente probatorio per effettuare nuove analisi genetiche. Gian Luigi Tizzoni, avvocato della famiglia Poggi, ha parlato di questo sviluppo, evidenziando che la difesa di Andrea Stasi, già condannato in via definitiva per l’omicidio, si era opposta a simili accertamenti durante il processo.

Nuove analisi e indagini approfondite

La Procura ha avviato una nuova fase investigativa, richiedendo un’analisi approfondita su campioni e reperti non esaminati in precedenza. Questa richiesta è stata presentata dopo l’emergere di nuove evidenze che potrebbero rivelarsi cruciali per la risoluzione del caso. Tizzoni ha confermato la sua intenzione di partecipare attivamente all’incidente probatorio, sottolineando che la famiglia Poggi desidera che le indagini siano condotte in modo completo e accurato. Tizzoni ha spiegato che nel 2011 la difesa di Stasi si era opposta all’idea di effettuare delle ulteriori analisi. “La difesa Stasi si oppose davanti alla Corte d’Assise d’Appello e ci disse che non si poteva fare più nulla e che tutto era stato fatto bene dai carabinieri. Staremo a vedere”.

La ricerca della verità

Tizzoni ha dichiarato di essere in attesa di ulteriori dettagli relativi alla richiesta, poiché gli atti non sono stati ancora notificati al suo studio legale. La partecipazione al nuovo ciclo di analisi genetiche sarà determinante non solo per chiarire eventuali dubbi sull’innocenza o colpevolezza di Stasi, ma anche per la ricerca della verità su un delitto che ha profondamente scosso l’opinione pubblica italiana.

Il caso di Chiara Poggi ha avuto un impatto significativo a livello giuridico e sociale, alimentando dibattiti su temi come la giustizia, il diritto alla difesa e la rilevanza delle prove scientifiche nei processi penali. L’idea che nuove tecnologie e metodi di analisi possano riaprire un caso considerato chiuso offre una speranza ai familiari della vittima e alla comunità, che attende risposte certe da anni.

Redazione

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