Un martelletto da giudice | Pixabay @miami car accident lawyers - Alanews.it
Il delitto di Garlasco, avvenuto nel 2007 e che ha visto come vittima Chiara Poggi, continua a suscitare un notevole interesse mediatico e pubblico. La figura di Andrea Sempio, indagato in passato e ora nuovamente al centro dell’attenzione, è tornata a essere discussa in seguito a un avviso di garanzia emesso dalla Procura di Pavia. A quasi 18 anni dall’omicidio, la complessità della vicenda e le incertezze legali pongono interrogativi sulle ragioni che portarono all’archiviazione dell’inchiesta su Sempio nel 2017.
Chiara Poggi, una giovane di ventisei anni, fu trovata morta nella sua abitazione a Garlasco il 13 agosto 2007. Le indagini iniziali si concentrarono su Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara, che nel corso di cinque processi fu condannato a sedici anni di carcere per omicidio. Stasi, attualmente detenuto nel carcere di Bollate, ha sempre ribadito la propria innocenza e la sua difesa ha cercato di riaprire il caso attraverso nuove analisi e prove.
Andrea Sempio emerse come un possibile sospettato nel 2015, quando l’indagine difensiva condotta dai legali di Stasi, Angelo e Fabio Giarda, presentò nuove evidenze. Queste consistevano in un profilo genetico maschile trovato sotto le unghie della vittima, che secondo l’indagine corrispondeva a Sempio. Il Dna fu estratto da oggetti di uso personale prelevati da un bar, suscitando un acceso dibattito sulla validità delle prove. Tuttavia, nel marzo 2017, la Procura di Pavia decise di archiviare il caso, ritenendo che le evidenze raccolte non fossero sufficienti per riaprire l’inchiesta.
Uno dei fattori cruciali che portarono all’archiviazione dell’indagine su Sempio fu la valutazione di un esperto genetista, il dottor De Stefano. Quest’ultimo affermò che i risultati relativi ai profili genetici trovati non erano attendibili a causa di possibili contaminazioni e degradazioni ambientali. La quantità di Dna rinvenuta era considerata così esigua da suggerire un contatto mediato piuttosto che diretto, il che rese difficile stabilire un legame concreto tra Sempio e l’omicidio di Chiara Poggi.
La decisione del giudice Fabio Lambertucci di archiviare il caso fu supportata anche da altre considerazioni, come il fatto che Sempio avesse un alibi verificabile per il giorno dell’omicidio. Testimonianze e prove documentali confermarono che Sempio si trovava a Vigevano, distante circa quindici minuti da Garlasco, e pagò un parcheggio alle 10:18, mentre il delitto avvenne attorno a quell’ora.
Con il passare del tempo, le tecnologie forensi si sono evolute, offrendo nuove opportunità per riesaminare prove precedentemente raccolte. La Procura di Pavia, sotto la direzione di nuove indagini, ha avviato una revisione delle consulenze difensive. Le tecnologie avanzate potrebbero, in teoria, fornire nuove informazioni, ma è importante considerare l’analisi critica delle prove già esaminate. La nuova indagine si basa su valutazioni aggiornate, ma la solidità delle evidenze raccolte in passato rimane un punto chiave.
La famiglia di Chiara Poggi, rappresentata da sua madre Rita Preda e suo padre Giuseppe, ha espresso preoccupazione per la riapertura del caso. La notizia dell’avviso di garanzia a Sempio è stata accolta come un possibile nuovo inizio di un “calvario” per la famiglia, già profondamente segnata dalla tragedia.
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