Delle criptovalute | Pixabay @WorldSpectrum - Alanews.it
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha recentemente annunciato che Bitcoin e altre criptovalute (Ethereum, Ripple, Solana e Cardano) saranno incluse in una nuova riserva strategica. Questa dichiarazione ha avuto un impatto positivo sul valore di Bitcoin, che è cresciuto dell’11% e ha raggiunto una quota di 94.164 dollari. La risalita ha però avuto vita breve, il che può portare a porsi delle domande sugli effettivi benefici che l’iniziativa dell’inquilino della Casa Bianca potrebbe avere sul mercato delle criptovalute nel lungo termine. Per provare a capire cosa aspettarci nei prossimi mesi ci siamo rivolti a Stefano Merlo e a Mattia Di Fulvio, esperti di criptovalute e azioni che gestiscono i profili social smcapitalclub.
Parlando del valore di Bitcoin, che negli ultimi giorni è stato altalenante, gli esperti hanno spiegato che, a differenza di quel che si potrebbe pensare, il mercato delle criptovalute non è un mondo a sé stante, bensì è strettamente correlato al mercato azionario. Se l’annuncio della nascita della riserva strategica ha dato un boost importante al settore, l’impatto dei dazi voluti da Trump ha destabilizzato le borse, come dimostrato dal brusco calo subito ieri dagli indici azionari statunitensi S&P 500 e Nasdaq, che ha trascinato in basso anche il mercato delle criptovalute.
“Qui non si parla più di criptovalute decorrelate al mercato azionario, bensì di asset risk on e asset risk off. Gli asset risk on sono asset propensi al rischio, come criptovalute oppure aziende a piccola capitalizzazione, e le persone li scelgono quando l’andamento del mercato è stabile. Quando iniziano a crearsi delle tensioni macroeconomiche, gli investitori più grossi tendono a vendere gli asset risk on per spostarsi su quelli risk off, come le aziende molto più capitalizzate o risorse stabili come l’oro”, hanno spiegato Merlo e Di Fulvio. Al momento le azioni di Trump stanno causando molte turbolenze nei mercati, quindi è logico che le criptovalute stiano pagando le conseguenze di questa instabilità.
Oltre a Bitcoin, nel recente passato altre due criptovalute sono passate dalle stelle alle stalle nell’arco di pochi giorni. Ci riferiamo alle meme coin $Trump e $Melania, lanciate a gennaio in concomitanza con l’inizio del secondo mandato del presidente degli Stati Uniti. Commentando l’andamento di queste criptovalute, Merlo e Di Fulvio hanno ipotizzato che il loro iniziale successo potrebbe essere dipeso dalla tendenza a seguire un adagio ben noto tra gli esperti di economia: “Buy on the rumours, sell on the news”, ossia acquista i titoli quando ci sono le indiscrezioni e vendili quando esce la conferma. Inoltre, nei giorni precedenti all’insediamento di Trump i mercati avevano risposto bene al passaggio da un presidente all’altro, tuttavia le decisioni del tycoon relative ai dazi e ai rapporti con Paesi come Cina, Russia e Ucraina hanno causato delle turbolenze che hanno spinto gli investitori a privarsi degli asset meno sicuri, tra cui proprio i meme coin, definiti da Merlo e Di Fulvio come “la cosa più inutile e senza senso al mondo”. I due esperti invitano gli investitori a non acquistare valute di questo tipo, perché “non ha senso investire in qualcosa che non ha valore” e che può essere equiparato a “una scommessa da casinò”.
Tornando a parlare della riserva strategica voluta da Trump, Merlo e Di Fulvio hanno espresso perplessità riguardo alla scelta del presidente di includere al suo interno non solo Bitcoin, ma anche delle altcoin. Quest’ultime non sono beni scarsi, bensì “materiale speculativo”. L’ipotesi dei due esperti è che Trump le abbia citate solo per manipolare il mercato e “fare qualche milione di dollari velocemente con un paio di post”. Del resto “Trump è un presidente molto a favore della manipolazione dei mercati e ora che è tornato al potere è più libero di fare quel che vuole all’interno di asset come le critpovalute che non sono realmente regolamentati a dovere”.
Merlo e Di Fulvio ritengono che la riserva strategica annunciata da Trump potrebbe effettivamente diventare realtà, perlomeno per quanto riguarda Bitcoin. “Se per caso dovesse accadere, allora si potrebbe assistere a qualcosa di interessante: la decorrelazione di Bitcoin dall’azionario. Per ora c’è solamente una correlazione e nel caso in cui dovesse scoppiare una grande crisi le persone andrebbero a proteggersi nell’oro, perché è una riserva di valore, ma non in Bitcoin. Se la criptovaluta diventasse una riserva di valore, allora anch’essa potrebbe iniziare a fungere da bene di protezione”.
Abbiamo poi voluto ragionare assieme a Merlo e Di Fulvio degli approcci differenti adottati dalle amministrazioni di Biden e Trump nei confronti delle criptovalute. “Ogni tanto le decisioni prese da Biden hanno messo i bastoni tra le ruote al settore, tuttavia ciò non ha impedito di avere un grande bull market dal 2022 a oggi. Le persone si aspettano che questa tendenza positiva continui ora che è salito Trump, tuttavia non è detto che sia così. Il mercato è già salito tanto e non è scontato che continui a farlo. Effettivamente da inizio a dicembre le altcoin hanno iniziato a perdere valore, così come Bitcoin”.
Infine, i due esperti hanno poi voluto mettere in guardia i potenziali investitori, ricordando che nel mercato delle criptovalute “chi si improvvisa regala solamente soldi a chi ha maggiori competenze”. “Il mercato ha già avuto un’espansione rialzista e di conseguenza ora è molto più difficile fare profitti”. Insomma, chi spera di potersi arricchire in poco tempo con delle speculazioni rischia di restare deluso. Solo pochi esperti riescono effettivamente ad arricchirsi nel mercato attuale, spesso a scapito degli errori degli investitori meno navigati. “Può sembrare brutto, ma in generale nel mondo della finanza funziona così da decenni e questa tendenza non cambierà”, hanno concluso Merlo e Di Fulvio.
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