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Fiumicino, neutralizzata in mare una mina da 200 chili

Nell’area marittima di Fiumicino, è stata recentemente neutralizzata una mina di 200 chili, risalente alla Seconda Guerra Mondiale. Questo ordigno, un modello P200, era stato scoperto a una profondità di sei metri, a meno di cento metri dalla foce del Tevere. L’operazione, che ha visto un imponente dispiegamento di forze e risorse, è stata condotta dai Palombari del Gruppo Operativo Subacquei di Comsubin, sotto il comando della Marina Militare.

Operazioni di Messa in Sicurezza

Le operazioni di messa in sicurezza dell’ordigno sono iniziate il 18 marzo, coordinate dalla Prefettura, in risposta a segnalazioni della Capitaneria di Porto di Roma. Questo intervento si è reso necessario per garantire l’accessibilità delle rotte d’ingresso e uscita del porto commerciale di Fiumicino, un’arteria vitale per il traffico marittimo della regione. La mina era stata rinvenuta grazie agli strumenti di rilevamento della ditta incaricata dei lavori per il primo lotto del Nuovo Porto Commerciale.

Dettagli dell’Operazione di Neutralizzazione

L’operazione di neutralizzazione ha richiesto grande attenzione e competenza. I palombari, esperti subacquei addestrati a gestire situazioni di emergenza legate a ordigni bellici, hanno seguito questi passaggi:

  1. Imbragaggio della mina per il recupero;
  2. Utilizzo di palloni di sollevamento per portarla in superficie;
  3. Rimorchio e posizionamento in una zona di sicurezza;
  4. Attuazione delle procedure per la neutralizzazione del pericolo.

La Marina Militare ha sottolineato che tutte le operazioni sono state svolte in modo da preservare l’ecosistema marino e senza causare danni a persone o cose.

Rischi e Bonifiche nel Mare Italiano

L’intervento a Fiumicino è solo l’ultimo di una serie di operazioni di bonifica che si sono svolte negli anni nelle acque italiane. L’Italia è uno dei Paesi europei che ha dovuto affrontare un significativo numero di ordigni residuati bellici a causa dei conflitti del secolo scorso. Si stima che oltre 50.000 ordigni siano ancora presenti nel territorio nazionale, molti dei quali si trovano sotto il mare, in prossimità delle coste.

La presenza di ordigni esplosivi in mare rappresenta un serio rischio non solo per la navigazione, ma anche per le attività di pesca e per la salvaguardia dell’ambiente marino. Ogni anno, le forze armate italiane e le autorità portuali collaborano per la bonifica delle aree interessate, garantendo così la sicurezza delle rotte marittime e proteggendo l’ecosistema locale.

Redazione

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