La distruzione di macchinari pesanti a Gaza, come ruspe e bulldozer, da parte dell’IDF ha colpito le speranze delle famiglie di recuperare i corpi dei loro cari tra le macerie
La situazione a Gaza continua a deteriorarsi, con l’ONU che segnala un grave ostacolo alla rimozione delle macerie a seguito dei recenti raid aerei israeliani. Martedì scorso, l’esercito israeliano ha distrutto macchinari pesanti, tra cui ruspe e bulldozer, accusandoli di essere stati utilizzati da Hamas per attività terroristiche. Questo atto ha ulteriormente complicato le già difficili condizioni di vita per le famiglie di Gaza, che sperano di recuperare i corpi dei loro cari sepolti sotto i detriti degli edifici distrutti.
Blocco dei lavori di rimozione
Secondo le autorità locali, senza questi mezzi, i lavori di rimozione dei detriti sono completamente bloccati. Si stima che circa 11.000 corpi siano ancora intrappolati sotto le macerie. Per molti abitanti della regione, seppellire i morti rappresenta un sacro dovere, e l’impossibilità di accedere ai corpi dei propri cari aggiunge ulteriore dolore a una tragedia già devastante.
Danni ingenti agli edifici
Le Nazioni Unite hanno calcolato che circa il 92% degli edifici residenziali di Gaza, corrispondenti a circa 436.000 abitazioni, siano stati danneggiati o distrutti dall’inizio del conflitto. I detriti accumulati ammontano a circa 50 milioni di tonnellate, una quantità colossale che richiederebbe decenni per essere rimossa nelle attuali condizioni. Le organizzazioni umanitarie avvertono che il ritardo nella rimozione delle macerie non solo aggrava il trauma psicologico della popolazione, ma potrebbe anche trasformarsi in un disastro sanitario e ambientale.
Rischi per la salute pubblica
La mancanza di un intervento efficace per rimuovere i detriti pone a rischio la salute pubblica, poiché le macerie possono diventare terreno fertile per malattie e infestazioni. In una regione già provata da anni di conflitto e crisi umanitaria, la situazione attuale è un ulteriore campanello d’allarme. I cittadini aspettano con ansia un intervento che possa riportare un barlume di speranza e dignità nella loro vita quotidiana.