Un attacco aereo su Gaza | Photo by Jaber Jehad Badwan licensed under CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/deed.en) - alanews.it
Un attacco aereo israeliano ha colpito l’ingresso nord di un ospedale da campo nella Striscia di Gaza, lesionando diversi medici. Il raid ha interessato il Kuwaiti Field Hospital nella zona di Mawasi, dove migliaia di sfollati cercano riparo. L’Idf non ha commentato
Un attacco aereo delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) ha colpito ieri il Kuwaiti Field Hospital, situato nell’area di Mawasi, nella Striscia di Gaza. Questo raid ha causato il ferimento di diversi medici che operavano all’interno della struttura, già messa a dura prova dalla crisi umanitaria in corso. Secondo quanto riportato da un portavoce dell’ospedale, Saber Mohammed, le ferite sono state confermate, ma non sono stati forniti ulteriori dettagli sui feriti o sulla gravità delle loro condizioni.
L’ospedale da campo, che accoglie centinaia di migliaia di persone in cerca di sicurezza, è stato oggetto di attacchi precedenti durante il conflitto che infuria da 18 mesi. Le forze israeliane hanno giustificato questi bombardamenti sostenendo che Hamas, il gruppo militante che controlla Gaza, si nasconderebbe all’interno delle strutture sanitarie, rendendole obiettivi legittimi secondo il loro punto di vista strategico. Ciò solleva interrogativi etici e legali sulla protezione dei civili e delle strutture sanitarie durante i conflitti armati, elementi fondamentali del diritto internazionale umanitario.
Il raid ha suscitato immediatamente reazioni da parte della comunità internazionale e delle organizzazioni per i diritti umani, che hanno espresso preoccupazione per l’uso della forza in un’area densamente popolata e per le conseguenze devastanti che colpiscono i civili. Negli ultimi mesi, la situazione a Gaza è peggiorata drasticamente, con una carenza di beni di prima necessità e servizi sanitari già gravemente compromessi. Gli ospedali, in particolare, hanno faticato a far fronte all’alta domanda di assistenza medica, aggravata dalla continua offensiva militare.
L’attacco ha anche riacceso il dibattito sull’efficacia delle operazioni militari israeliane e sulla loro legittimità. Molti esperti di diritto internazionale sostengono che colpire strutture sanitarie, indipendentemente dalle circostanze, rappresenta una violazione delle norme che tutelano i civili in tempo di guerra. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, oltre il 50% delle vittime civili durante il conflitto sono state donne e bambini, evidenziando la necessità di una maggiore protezione per i gruppi vulnerabili.
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