Una nave cargo
La recente collisione tra il cargo tedesco Solong e la petroliera svedese Stena Immaculate nel Mare del Nord ha suscitato forti preoccupazioni riguardo alla sicurezza marittima e alle potenziali conseguenze ambientali. Questo incidente, avvenuto a poche miglia dalle coste britanniche, ha attirato l’attenzione internazionale, specialmente a causa delle iniziali notizie errate sul trasporto di cianuro di sodio a bordo del Solong. Fortunatamente, l’armatore Ernst Russ ha confermato che la nave non trasportava sostanze tossiche, ma solo container vuoti precedentemente utilizzati per tale sostanza chimica.
Il 10 marzo 2025, il Solong ha colpito la Stena Immaculate, ancorata a circa 16 chilometri dalla città di Hull, nel Yorkshire. La collisione ha innescato un incendio su entrambe le navi.
La Guardia Costiera britannica ha segnalato che le operazioni di spegnimento dell’incendio sono state complesse e difficili. La situazione è stata ulteriormente complicata dal rischio che il Solong potesse affondare. Nonostante le iniziali preoccupazioni per un possibile disastro ambientale, la conferma che la nave non trasportava cianuro di sodio ha fornito un certo sollievo. Tuttavia, la fuoriuscita di cherosene nel mare continua a destare preoccupazioni tra gli esperti ambientali, poiché potrebbe avere un impatto significativo sulla fauna marina e sugli ecosistemi circostanti.
Il governo britannico ha avviato un’indagine sull’incidente, confermando che non ci sono evidenze di un atto criminale. Mike Kane, il viceministro responsabile per il trasporto marittimo, ha comunicato che un membro dell’equipaggio del Solong risulta disperso e che le ricerche sono state interrotte, dichiarandolo ufficialmente morto.
Le testimonianze dei sopravvissuti sono particolarmente toccanti e rivelano la drammaticità della situazione vissuta a bordo della Stena Immaculate. Alcuni membri dell’equipaggio hanno descritto l’incendio come un “inferno”, con fiamme che si propagavano rapidamente. I racconti evidenziano la frenesia e la paura durante le operazioni di evacuazione, con alcuni marittimi che hanno riportato ustioni e ferite mentre cercavano di fuggire dalle fiamme.
L’incidente ha dominato le prime pagine dei quotidiani britannici, con titoli che vanno da “catastrofe” a “fuoco infernale”. I media hanno messo in evidenza non solo l’aspetto drammatico dell’incidente, ma anche le implicazioni potenziali per l’ecologia marittima. Il Times, ad esempio, ha avvertito riguardo al rischio di un “eco-disastro” a causa delle sostanze chimiche rilasciate in mare.
L’incidente evidenzia la vulnerabilità delle rotte marittime e la necessità di garantire la sicurezza delle operazioni navali. Gli esperti in materia di sicurezza marittima avvertono che, sebbene gli incidenti di questo tipo siano relativamente rari, le conseguenze possono essere devastanti. La perdita di carburante nel mare può avere effetti a lungo termine sulla fauna marina, in particolare in una regione come il Mare del Nord, già sotto pressione a causa dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento.
Inoltre, la questione delle risorse e della formazione degli equipaggi diventa cruciale. È fondamentale che le compagnie di navigazione implementino pratiche di sicurezza rigorose e che gli equipaggi siano adeguatamente formati per affrontare situazioni di emergenza. L’industria marittima deve lavorare per migliorare le proprie procedure di sicurezza e prevenzione, non solo per proteggere l’ambiente, ma anche per garantire la sicurezza degli equipaggi e delle navi.
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