Il centrodestra presenta un nuovo disegno di legge per il ballottaggio nei Comuni oltre 15 mila abitanti, depositato al Senato da Lucio Malan. Propone l’elezione al primo turno del sindaco con almeno il 40% dei voti. L’obiettivo è ridurre la distorsione del sistema attuale, introducendo un premio per le liste inferiori al 60% dei seggi
Dopo un periodo di riflessione e discussione interna, il centrodestra ha deciso di ripresentare un disegno di legge volto a modificare il sistema elettorale per i sindaci nei comuni con più di 15.000 abitanti. Il ddl, depositato al Senato, è firmato da Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia, e supportato dai principali esponenti della maggioranza, tra cui Romeo, Gasparri e Biancofiore. Questa iniziativa si inserisce in un contesto di crescente insoddisfazione nei confronti del sistema attuale, caratterizzato dal doppio turno di ballottaggio, introdotto nel 1993.
Modifiche proposte al sistema elettorale
Il nuovo disegno di legge prevede una sostanziale modifica agli articoli 72 e 73 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali. In particolare, il ddl stabilisce che il candidato sindaco che ottiene almeno il 40% dei voti al primo turno venga eletto direttamente, senza la necessità di un secondo turno. Un cambiamento che, secondo i sostenitori, potrebbe incentivare una maggiore partecipazione elettorale e garantire una legittimazione più forte ai sindaci eletti. Attualmente, lo stesso sistema è già applicato in regioni come Sicilia, Friuli Venezia Giulia e Toscana, dove è stato accolto con successo.
Introduzione del premio per le liste
Un ulteriore aspetto del ddl riguarda l’introduzione di un premio per la lista o i gruppi di liste collegate al candidato sindaco, nel caso questo venga eletto al primo turno. Nello specifico, il testo propone che una lista che non abbia già ottenuto almeno il 60% dei seggi nel Consiglio comunale possa ricevere una parte dei seggi disponibili, sempre che nessun’altra lista superi il 50% dei voti validi. Questo meccanismo è concepito per bilanciare il potere tra le diverse forze politiche e per incentivare alleanze che possano risultare più rappresentative.
Critiche al sistema attuale
La motivazione principale alla base di questa proposta nasce da una constatazione critica sul funzionamento del sistema elettorale attuale. I proponenti del ddl sottolineano che il ballottaggio ha portato a un progressivo calo della partecipazione degli elettori, fenomeno che rischia di compromettere la legittimità degli amministratori locali. Ad esempio, nelle recenti elezioni comunali di Campobasso nel 2024, il candidato più votato non è riuscito a ottenere la carica di sindaco, mentre a Udine nel 2023, il candidato del centrodestra, pur avendo ottenuto un numero significativo di voti, ha perso al ballottaggio contro il candidato del centrosinistra. Questi episodi evidenziano le distorsioni che il sistema attuale può generare, portando a risultati considerati ingiustificati.
L’idea di abolire il ballottaggio si inserisce in un dibattito più ampio sulle riforme elettorali in Italia, dove il sistema politico è spesso caratterizzato da fratture e alleanze instabili. Non è la prima volta che il centrodestra propone modifiche in tal senso, ma questa nuova iniziativa sembra essere spinta da una necessità di rispondere alle esigenze di un elettorato in cerca di stabilità e coerenza nelle rappresentanze locali.