Milano, 17 aprile – L’avvocato Vincenzo Scarano ha sostenuto che i suoi assistiti, Tommaso De Giacomo e Patrik Frizzera, sono ludopatici e non organizzatori delle scommesse illecite, coinvolgendo calciatori di Serie A come Nicolò Fagioli e Sandro Tonali. Hanno richiesto misure alternative agli arresti domiciliari, come obbligo di presentazione alla polizia
Lo scandalo scommesse che ha coinvolto calciatori famosi come Sandro Tonali e Nicolò Fagioli non smette di far parlare di sé, soprattutto ora che è stata presentata la linea difensiva dei presunti broker Tommaso De Giacomo e Patrik Frizzera. Davanti al giudice per le indagini preliminari Lidia Castellucci, l’avvocato Vincenzo Scarano ha dichiarato che i suoi assistiti non sarebbero i gestori di un sistema illecito, ma piuttosto vittime di una ludopatia che li ha portati a scommettere in modo compulsivo. Il legale ha chiesto la riduzione delle misure cautelari per uno dei suoi clienti, il 38enne De Giacomo, descritto come il presunto “coordinatore” di un giro di scommesse. La difesa ha sottolineato che le accuse mosse contro di lui non sono attuali e ha cercato di ridimensionare il suo ruolo, mettendo in evidenza la sua lotta contro la ludopatia, una malattia che colpisce milioni di persone.
La lotta contro la ludopatia
De Giacomo, cresciuto in un ambiente familiare legato al gioco d’azzardo, ha intrapreso nel 2022 un percorso terapeutico per affrontare la sua dipendenza. Questo aspetto personale ha portato l’avvocato a riflettere su come la società stigmatizzi spesso i ludopatici, trasformandoli in criminali senza considerare le loro sofferenze. Il legale ha anche richiamato l’attenzione sul fatto che i soggetti coinvolti in questa indagine sono calciatori professionisti, noti per i loro ingenti stipendi, il che ha amplificato l’eco mediatico della vicenda.
Le conversazioni tra calciatori
Un punto cruciale sollevato dalla difesa riguarda le chat tra i calciatori, considerate come semplici conversazioni tra amici, spesso cariche di ironia e sarcasmo. “Non sono delinquenti incalliti”, ha affermato l’avvocato, esprimendo sorpresa per il clamore generato dalla presenza di figure celebri nel caso. Il presunto sistema di scommesse, che avrebbe coinvolto anche una gioielleria di lusso, è stato presentato come un tentativo di coprire debiti di gioco attraverso falsi acquisti. Tuttavia, la difesa ha sottolineato che non ci sono prove solide a supporto di queste affermazioni.
Prospettive future
Attualmente, gli interrogatori dei soci della gioielleria Elysium sono in corso, e la giudice dovrà valutare se sussistano i presupposti per la reiterazione del reato. La decisione finale su eventuali misure cautelari è attesa nei prossimi giorni, mentre l’attenzione continua a rimanere alta su un caso che mette in luce le complessità del gioco d’azzardo e delle sue conseguenze nel mondo dello sport.
La difesa e le misure alternative
I pubblici ministeri Roberta Amadeo e Paolo Filippini hanno chiesto per De Giacomo e Frizzera l’applicazione di misure cautelari, suggerendo gli arresti domiciliari. Scarano, invece, ha sottolineato come l’aggravante di aver organizzato un giro di scommesse possa cadere, sostenendo che i suoi clienti, al pari degli sportivi coinvolti, siano stati semplicemente scommettitori. In questa fase, ha proposto anche misure alternative, come l’obbligo di presentazione alla polizia e un divieto di accesso alle sale scommesse, per favorire un percorso di recupero dalla dipendenza.
La complessità del gioco d’azzardo
Scarano ha chiarito che il funzionamento delle piattaforme di scommesse illecite è complesso e spesso porta gli utenti a cercare di raccogliere denaro e coinvolgere altri scommettitori per ottenere bonus. Questa dinamica, ha affermato, non può essere interpretata come un ruolo di gestione, ma piuttosto come una manifestazione della vulnerabilità di chi si trova intrappolato in un sistema che premia il gioco d’azzardo. La situazione di De Giacomo e Frizzera, così come quella dei calciatori coinvolti, apre interrogativi più ampi sul tema della ludopatia e sulla necessità di un approccio più umano nella gestione delle problematiche legate al gioco.