MILANO, 11 APR – Tommaso De Giacomo, presunto coordinatore di un giro di scommesse illegali, avrebbe coinvolto Nicolò Fagioli, ex centrocampista della Juventus. Attraverso chat del 2022, avrebbe cercato di agganciare altri calciatori come Zaniolo e Bellanova. È emerso anche il presunto ruolo di Mattia Perin, portiere della Juve, nella creazione di gruppi di gioco. Gli inquirenti sottolineano come questi sportivi, in giovane età, siano particolarmente vulnerabili a tali dinamiche di gioco d’azzardo
Il mondo del calcio italiano è nuovamente scosso da uno scandalo legato alle scommesse illegali. Le recenti indagini della Procura di Milano hanno rivelato una rete complessa di comunicazioni tra calciatori e presunti organizzatori di scommesse. Tra i nomi emersi, spicca quello di Tommaso De Giacomo, identificato come il coordinatore di questo giro di scommesse. Attraverso messaggi scambiati nel 2022, De Giacomo avrebbe incoraggiato Nicolò Fagioli, ex centrocampista della Juventus ora alla Fiorentina, a coinvolgere altri giocatori in attività illecite.
Le comunicazioni compromettenti
All’interno delle chat, De Giacomo si rivolge a Fagioli con frasi che rivelano non solo la sua intenzione di espandere la rete di scommesse, ma anche la sua familiarità con il mondo dei calciatori. In un messaggio, scrive: “Bravo, catturalo… lavora per me… chiaramente poi ti faccio il regalo a te”, suggerendo che ci sarebbero state ricompense per il coinvolgimento di altri atleti.
Oltre a Zaniolo, le indagini hanno rivelato che il giovane calciatore avrebbe cercato di coinvolgere anche Raoul Bellanova, difensore dell’Atalanta e della Nazionale, e avrebbe tentato di contattare Carlo Pinsoglio, terzo portiere della Juventus, oltre a Federico Gatti, centrale bianconero. Gli ultimi due non risultano essere sotto indagine.
Il coinvolgimento di altri calciatori
Un altro calciatore coinvolto sarebbe Wes McKennie, centrocampista della Juventus. In una chat del 27 dicembre 2022, De Giacomo scrive a Fagioli: “Il buon Weston… ma perché non me lo fai prendere agli altri giochi… che sei lì che dormi”. Questo scambio di messaggi evidenzia l’interesse nei confronti di McKennie e un tentativo di sfruttare la sua posizione per aumentare il giro d’affari delle scommesse. Dalle indagini è emersa anche una chat chiamata “gruppo poker senza Zaniolo”.
Anche Mattia Perin, portiere della Juventus, avrebbe avuto un ruolo attivo. Secondo quanto riportato dai pubblici ministeri, Perin avrebbe fornito un nuovo sito di gioco, assegnando ai partecipanti le credenziali necessarie per accedervi. Alcuni messaggi rivelano che diversi calciatori, tra cui Sandro Tonali, Fagioli e McKennie, si sarebbero organizzati in vari gruppi WhatsApp per giocare tra di loro in stanze virtuali chiuse.
La necessità di un intervento decisivo
L’indagine ha aperto una finestra su un problema che ha radici profonde nel mondo del calcio, evidenziando la necessità di un intervento più deciso per proteggere i giovani atleti da simili rischi. Secondo la Procura di Milano, gli organizzatori del giro di scommesse hanno saputo insinuarsi in un contesto sociale e culturale vulnerabile, dove la giovane età dei calciatori si unisce a un accesso immediato a ingenti somme di denaro. Questo ha reso i calciatori target ideali per chi cerca di sfruttare le loro debolezze.
Il caso, che ha già sollevato un’ondata di indignazione tra tifosi e appassionati di sport, pone interrogativi su come garantire un ambiente sano e competitivo per i calciatori, lontano dalle tentazioni delle scommesse illegali. La situazione richiede attenzione e un approccio proattivo per prevenire il ripetersi di simili scandali nel futuro.