La lettera di papa Francesco al Corriere della Sera | Pixabay @OlegAlbinsky - alanews
Il Papa, in una lettera a Luciano Fontana, ha sottolineato l’importanza di “disarmare le parole” per favorire la pace. Ecco il testo integrale del suo messaggio
In un periodo storico caratterizzato da conflitti e tensioni internazionali, Papa Francesco ha sentito l’urgenza di esprimere le proprie riflessioni sulla necessità di una diplomazia rinnovata e credibile. In una lettera indirizzata al direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, il Pontefice ha messo in evidenza l’importanza di “disarmare le parole” per affrontare le sfide globali. Questo messaggio, datato 14 marzo, è stato scritto mentre il Papa si trovava in ricovero presso il Policlinico Gemelli di Roma per curare una polmonite bilaterale.
Nella missiva, Francesco sottolinea come la guerra non solo devasti le comunità e l’ambiente, ma non risolva mai i conflitti. Questo approccio riflette una visione più ampia sulle conseguenze della violenza e sull’impatto devastante che essa ha non solo sulle persone, ma anche sul Pianeta. “Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra“, scrive il Pontefice, evidenziando un concetto chiave: le parole hanno un potere intrinseco e, se utilizzate in modo irresponsabile, possono aggravare le divisioni e i conflitti.
Francesco fa appello a un nuovo slancio per la diplomazia e per le organizzazioni internazionali, affinché possano unirsi in uno sforzo collettivo per “riaccendere la speranza della pace“. Questo desiderio di unità e collaborazione è particolarmente significativo in un momento in cui le crisi globali, come il cambiamento climatico e le migrazioni forzate, richiedono risposte coordinate e lungimiranti.
Il Papa, riflettendo sulla sua personale fragilità durante il ricovero, afferma che la malattia gli ha conferito una “lucidità” particolare, permettendogli di vedere più chiaramente le priorità dell’umanità. “La fragilità umana ha il potere di renderci più lucidi rispetto a ciò che dura e a ciò che passa“, scrive. Questa riflessione invita l’umanità a riconoscere e abbracciare le proprie vulnerabilità, piuttosto che fuggirle. La malattia diventa così un’opportunità per ripensare le nostre priorità e relazioni.
In un contesto di crescente disillusione nei confronti delle istituzioni internazionali, la richiesta di una “nuova linfa e credibilità” per la diplomazia assume un significato particolare. Le organizzazioni internazionali, che dovrebbero fungere da mediatori in conflitti e dispute, hanno spesso affrontato critiche per la loro inefficacia. Papa Francesco invita a rinnovare la fiducia in questi strumenti, sottolineando che le religioni possono giocare un ruolo fondamentale nell’alimentare il desiderio di giustizia e di pace tra i popoli.
In un momento in cui il mondo sembra essere sempre più diviso, il messaggio del Papa risuona come un invito alla riflessione e all’azione. La sua lettera rappresenta non solo un appello alla pace, ma anche un richiamo alla responsabilità collettiva di tutti noi nel promuovere un ambiente di dialogo e comprensione reciproca. Le sue parole, pronunciate in un momento di vulnerabilità personale, si trasformano in un potente messaggio di speranza e di impegno, invitando ogni individuo a partecipare attivamente alla costruzione di un futuro migliore.
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