KIGALI, 28 MAR – È morto in carcere il generale ruandese in pensione Frank Rusagara, condannato a 20 anni nel 2016 per incitamento alla rivolta contro il presidente Paul Kagame. Soffriva di cancro alla prostata. L’Ong Freedom Now richiede il rilascio del suo corpo.
Il generale ruandese in pensione Frank Rusagara, condannato a venti anni di reclusione nel 2016 per incitamento alla rivolta, è deceduto lunedì scorso nel carcere di Kigali. La causa della morte è attribuita a un cancro alla prostata di cui soffriva da tempo, come confermato da fonti ufficiali dell’esercito e da organizzazioni non governative. La sua scomparsa riaccende i riflettori sulle dinamiche di giustizia e sui diritti umani in Ruanda.
La vita e la condanna di Frank Rusagara
Frank Rusagara, settantenne e figura di spicco nell’esercito ruandese, ha trascorso gli ultimi undici anni della sua vita in prigione. Era stato condannato da un tribunale militare ruandese insieme a Tom Byabagamba, ex capo della guardia presidenziale, in un processo che ha sollevato interrogativi sulle dinamiche di giustizia nel paese. La condanna era stata emessa in un contesto di crescente repressione nei confronti di coloro che esprimevano opinioni contrarie al governo di Paul Kagame.
Le motivazioni della sentenza si basavano su commenti critici di Rusagara riguardo all’attuale leadership, considerati come atti di provocazione e incitamento alla rivolta. La sua figura è diventata simbolo di una lotta contro la repressione e l’assenza di libertà di espressione.
Reazioni alla morte di Rusagara
La notizia della morte di Rusagara ha suscitato reazioni contrastanti. L’organizzazione non governativa Freedom Now ha denunciato le circostanze della condanna e ha chiesto al governo ruandese di restituire il corpo al familiare. Secondo l’ONG, “Rusagara aveva trascorso un lungo periodo in prigione per accuse politicamente motivate, legate alle sue critiche al governo”, evidenziando l’urgente necessità di maggiore rispetto dei diritti umani nel paese.
Il contesto politico in Ruanda
La figura di Rusagara è emblematicamente legata alla storia recente del Ruanda, un paese che ha attraversato stravolgimenti significativi dalla fine del genocidio del 1994. Dopo la guerra civile, il Ruanda ha visto l’emergere di un governo che, sebbene abbia portato stabilità e sviluppo economico, è stato spesso accusato di reprimere l’opposizione politica e di limitare la libertà di espressione.
Negli ultimi anni, diversi leader politici e militari ruandesi che si erano opposti al governo sono stati arrestati o costretti all’esilio, alimentando un clima di paura e repressione. La morte di Rusagara potrebbe rappresentare un nuovo capitolo nella narrativa della giustizia in Ruanda, ma anche una testimonianza della dura realtà vissuta da chi osa criticare l’attuale regime.