In manette sei uomini legati al clan Troncone, accusati di estorsioni aggravate ai danni di venditori ambulanti di fuochi d’artificio nel quartiere Fuorigrotta. Le intimidazioni avvenivano tramite minacce a mano armata, con richieste di denaro che variavano tra i 100 e i 150 euro
Nel corso di un blitz scattato all’alba, i carabinieri della compagnia di Bagnoli hanno arrestato sei uomini legati al clan Troncone, accusati di estorsioni aggravate ai danni di venditori ambulanti di fuochi d’artificio nel quartiere Fuorigrotta di Napoli. Le intimidazioni avvenivano tramite minacce a mano armata, con richieste di denaro che variavano tra i 100 e i 150 euro.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno rivelato un sistema di estorsione sistematica perpetrato nei confronti di venditori di fuochi d’artificio, in particolare durante le festività di Capodanno. I sei arrestati, identificati come Alfredo Graziano, Valerio Andrea Guerra, Giuseppe Marco Scala, Antonio De Monte, Antonio Trito e Mattia Maiorino, sono considerati parte integrante del clan Troncone, già fortemente indebolito da precedenti operazioni di polizia.
Modalità operative del clan
La modalità operativa del clan si caratterizzava per l’uso della violenza e della minaccia. Gli estorsori, spesso a bordo di scooter, si presentavano di fronte alle bancarelle dei venditori con armi in mano, costringendo i malcapitati a pagare un “pizzo” per il diritto di vendere i propri prodotti. Tra le vittime figurava anche un influencer noto, con migliaia di follower, che, durante un “live” sul suo profilo, ha dovuto versare 150 euro per evitare ritorsioni. Questo episodio sottolinea come la camorra riesca a infiltrarsi anche nel mondo dei social media e degli influencer, utilizzando la paura per estorcere denaro anche a chi ha una visibilità pubblica significativa.
Contesto delle estorsioni
Le indagini hanno dimostrato che il clan Troncone, nonostante le perdite subite a causa degli arresti, continua a esercitare una forma di controllo sul territorio, in particolare nel commercio ambulante. Il “dazio” richiesto ai venditori di fuochi d’artificio è solo una delle tante facce della criminalità organizzata a Napoli, che si estende anche a settori come il contrabbando di sigarette e la vendita di gadget durante le partite del Napoli allo stadio Maradona.
Il contesto delle estorsioni durante il Capodanno 2025 ha rivelato anche un scontro interno tra il clan Troncone e un gruppo emergente di giovani delinquenti noto come “Scodellaro”. Questi ragazzi, desiderosi di affermarsi nel controllo delle bancarelle, hanno cercato di imporsi sui venditori per ottenere una fetta del “mercato”. Una violenta aggressione è avvenuta tra i due gruppi, con uno dei giovani degli Scodellaro picchiato dai membri del clan Troncone. Questo episodio ha portato a una reazione di vendetta, con il giovane che ha successivamente minacciato i venditori di non pagare le tangenti imposte dai Troncone.
Resistenza dei venditori
La presenza della camorra nel tessuto commerciale di Fuorigrotta non è una novità. Diverse testimonianze raccolte dai Carabinieri indicano che, nonostante le intimidazioni, alcuni venditori hanno trovato il coraggio di opporsi e denunciare le estorsioni, mentre altri hanno ceduto per paura di ritorsioni. Tra coloro che hanno denunciato, si evidenzia un venditore che ha già collaborato con le forze dell’ordine, contribuendo a mettere in luce le dinamiche mafiose del quartiere.
Le operazioni di polizia hanno anche evidenziato come il clan Troncone, pur essendo indebolito, riesca ancora a mantenere una certa influenza sulla vita economica locale. Le estorsioni non si limitano ai fuochi d’artificio, ma si estendono anche ad altri settori, creando un clima di paura e intimidazione tra gli imprenditori. Le autorità locali stanno cercando di affrontare la questione con maggiore determinazione, ma la strada da percorrere è ancora lunga.
In questo scenario complesso, la lotta contro la camorra richiede non solo operazioni di polizia, ma anche un impegno sociale e culturale per sensibilizzare la popolazione e incentivare la denuncia delle attività illecite. La presenza della criminalità organizzata nelle festività e nei commerci locali rappresenta una ferita aperta che necessita di un intervento coordinato e incisivo da parte di tutte le istituzioni coinvolte.