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Nel corso del 2024 almeno 516 giornalisti hanno ricevuto delle minacce

Nel 2024, l’Osservatorio Ossigeno per l’Informazione ha registrato un numero allarmante di minacce e intimidazioni nei confronti di giornalisti, blogger e operatori dell’informazione in Italia. Sono stati documentati 516 episodi, portando il totale dal 2006 ad oggi a 7555 minacce. Questi dati, emersi durante il convegno “Giornalisti. Molte minacce, molto silenzio. Che fare?”, tenutosi a Roma, evidenziano una situazione che mette a rischio la libertà di stampa e, di conseguenza, il diritto dei cittadini a essere informati.

Tipologie di minacce nel 2024

Le intimidazioni del 2024 hanno assunto forme diverse. Ecco una panoramica delle principali tipologie di minacce:

  1. Avvertimenti di vario tipo: Insulti, scritte offensive e post sui social media rappresentano il 75% dei casi;
  2. Querele: Il 22% delle minacce è costituito da azioni legali pretestuose, note come SLAPPs (Strategic Lawsuit Against Public Participation), spesso originate da politici e amministrazioni pubbliche;
  3. Aggressioni fisiche: Sebbene questo tipo di minaccia sia diminuito rispetto al 2023, le forme di intimidazione psicologica e legale sono aumentate.

La situazione in Italia

L’analisi del monitoraggio del 2024 mostra che l’Italia continua a essere il Paese europeo con il maggior numero di giornalisti minacciati. I dati rivelano un aumento dei giornalisti sotto scorta o protetti dalle forze dell’ordine, evidenziando la gravità della situazione. Alberto Spampinato, presidente di Ossigeno, ha sottolineato che questi attacchi non colpiscono solo i singoli operatori dell’informazione, ma privano milioni di cittadini del diritto fondamentale di ricevere notizie accurate e tempestive.

Le minacce hanno colpito giornalisti in tutte le regioni italiane. Le aree con il maggior numero di intimidazioni includono:

  • Lazio;
  • Veneto;
  • Sicilia;
  • Lombardia.

Tuttavia, analizzando la pressione intimidatoria in proporzione al numero di giornalisti attivi, Liguria, Veneto e Umbria emergono come le regioni più colpite.

Il genere delle vittime

Un dato preoccupante riguarda il genere delle vittime: nel 2024, il 26% dei giornalisti minacciati erano donne, e tra queste, il 35% ha subito minacce di genere, come insulti sessisti e aggressioni fisiche. Questo mette in luce la vulnerabilità delle donne nel settore dell’informazione e la necessità di un intervento mirato per proteggere le operatrici del settore.

Inoltre, l’Osservatorio ha documentato eventi significativi di violazione dei diritti dei giornalisti, come il fermo di cronisti da parte della polizia durante manifestazioni di protesta a Roma, Padova e Messina. Questi episodi evidenziano un uso problematico della forza da parte delle autorità e un passo indietro per la libertà di stampa.

Le conseguenze di queste intimidazioni si estendono ben oltre i singoli casi. Un ambiente non sicuro per i giornalisti compromette la loro integrità e la loro capacità di operare, minando la fiducia dei cittadini nei media. La mancanza di informazioni veritiere e di qualità può portare a una maggiore disinformazione e a una riduzione del dibattito pubblico, elementi fondamentali per una democrazia sana.

La Commissione Europea ha espresso preoccupazioni sullo stato di diritto in Italia, sollevando interrogativi sulla volontà politica di proteggere il diritto alla libertà di informazione. Questa situazione richiede un’azione urgente e coordinata. È fondamentale avviare un dialogo pubblico che affronti le cause profonde delle intimidazioni e promuova un ambiente più sicuro per la libertà di stampa. La comunità internazionale, le istituzioni locali e i cittadini devono unirsi per garantire che il diritto di informare e di essere informati venga rispettato e protetto in ogni angolo del paese.

Redazione

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