La bandiera del Pakistan | Pixabay @SyedWasiqShah - alanews.it
Nel Paese i processi per post considerati offensivi nei confronti dell’islam, religione di Stato, sono in forte aumento
Cinque uomini sono stati recentemente condannati a morte in Pakistan per reati di “blasfemia online“, un fenomeno che sta attirando crescente attenzione nel Paese, noto per avere alcune delle leggi sulla blasfemia più severe al mondo e dove i processi per post considerati offensivi nei confronti dell’islam, religione di Stato, sono in forte aumento. I condannati, quattro pakistani e un afghano, sono stati giudicati colpevoli di aver diffuso contenuti considerati offensivi nei confronti dell’Islam, religione di Stato, attraverso piattaforme digitali. La sentenza è stata emessa a Rawalpindi, una città vicina, gemella e popolare di Islamabad. Tuttavia, i cinque condannati possono presentare appello contro la sentenza. Fino ad oggi, il Pakistan non ha mai eseguito una condanna a morte per blasfemia, e le pene capitali inflitte per questo reato sono generalmente commutate in ergastolo.
Negli ultimi anni, il numero di processi legati a reati di blasfemia in Pakistan è aumentato in modo significativo. Secondo la Commissione legale pakistana per la blasfemia (Lcbp), che ha presentato la denuncia contro i cinque uomini, sono stati segnalati oltre 300 casi simili, con decine di condanne già emesse. Questa organizzazione gioca un ruolo attivo nella denuncia di presunti reati di blasfemia, contribuendo a un clima di crescente intolleranza verso le critiche alla religione. “I cinque imputati sono stati condannati a morte per aver diffuso contenuti blasfemi contro il profeta”, ha dichiarato all’Afp Rao Abdur Raheem, avvocato del Lcbp. Questo gruppo estremamente zelante si vanta di aver segnalato alla giustizia più di 300 casi e ottenuto decine di condanne. “I cinque uomini sono stati anche condannati all’ergastolo per aver profanato una copia del Corano e a 10 anni di prigione per aver offeso il sentimento dei credenti”, ha aggiunto l’avvocato Abdur Raheem.
Oltre alla condanna a morte per blasfemia, i cinque uomini hanno ricevuto pene aggiuntive:
Rao Abdur Raheem, avvocato della Lcbp, ha sottolineato l’importanza di queste condanne nel contesto attuale, evidenziando come la legge sulla blasfemia venga applicata in modo rigoroso.
È importante notare che, nonostante le recenti condanne a morte emesse, il Pakistan non ha mai eseguito una pena capitale per reati di blasfemia. Le sentenze in questi casi tendono a essere commutate in ergastolo, ma la severità delle condanne rimane un argomento di preoccupazione per attivisti dei diritti umani e osservatori internazionali. Le leggi sulla blasfemia in Pakistan sono state oggetto di critiche per l’uso potenziale che ne viene fatto per perseguitare minoranze religiose e dissidenti.
La situazione attuale solleva interrogativi sulla libertà di espressione e sui diritti umani nel Paese, mentre il dibattito su come bilanciare il rispetto per le credenze religiose con i diritti individuali continua a infiammare le discussioni sia a livello locale che internazionale.
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