Padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia a Gaza, ha ricordato il Papa e la sua ultima telefonata nella Striscia
Nel cuore di Gaza, la parrocchia della Sacra Famiglia ha vissuto un momento di profondo dolore. Padre Gabriel Romanelli, il parroco, ha condiviso le sue emozioni dopo la morte di Papa Francesco, un uomo che ha rappresentato non solo una guida spirituale, ma anche un amico intimo per la comunità locale. In un’intervista a La Stampa, Romanelli ha descritto come il Papa fosse una figura costante, sempre presente con le sue parole di conforto e sostegno. Le sue telefonate erano una sorta di appuntamento fisso, un modo per mantenere un legame profondo nonostante la distanza geografica e le difficoltà.
L’ultima comunicazione
L’ultima comunicazione avvenne la sera del Sabato Santo, prima della veglia pasquale. Durante la preghiera del Rosario, Papa Francesco chiamò il cellulare di padre Yousef, il vicario di Romanelli. Non solo discusse con lui, ma anche con suor Maria, mostrando un interesse genuino per la comunità e per i bambini che vi abitano. “Ha chiesto come stavamo preparando la Pasqua“, ricorda Romanelli, “e alla fine della preghiera, ho avuto la gioia di parlare con lui“.
La solidarietà della comunità
Con l’escalation del conflitto a partire dal 7 ottobre, il Papa ha sentito l’urgenza di far sentire la sua vicinanza alla comunità di Gaza. Nonostante le difficoltà e la devastazione che ha colpito molti parrocchiani, tra cui la perdita delle loro case e la sofferenza per la morte di alcuni membri della comunità, la parrocchia ha aperto le porte a tutti, indipendentemente dalla loro fede. “Abbiamo accolto chiunque avesse bisogno“, sottolinea Romanelli, evidenziando la solidarietà che ha caratterizzato il loro operato.
Un intercessore in cielo
Papa Francesco, che ha continuamente chiesto la fine della guerra e denunciato gli orrori del conflitto, si era avvicinato così tanto alla comunità che riconosceva le voci dei bambini e conosceva i loro nomi. “Quando chiamava, mettevamo il vivavoce e parlava direttamente con i bambini, offrendo consigli e sostegno senza mai tirarsi indietro“, aggiunge il parroco, con un misto di tristezza e gratitudine.
La perdita del Papa rappresenta un duro colpo per la comunità, ma Romanelli esprime anche un sentimento di speranza. “Ora siamo tristi, ma abbiamo guadagnato un grande intercessore in cielo. La sua voce per la pace sarà ancora più forte“, conclude. La fede e la determinazione della comunità di Gaza rimangono vive, con la speranza che la guerra possa finalmente fermarsi.