Il simbolo del M5S
Negli ultimi anni, il panorama geopolitico europeo ha subito una profonda trasformazione, spinto da eventi come il conflitto in Ucraina e le tensioni con la Russia. In questo contesto, il riarmo dell’Europa è diventato un tema di accesa discussione. Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle (M5S), ha espresso una forte opposizione a questa strategia, sostenendo che non solo è inefficace, ma rischia di incrementare le tensioni e portare l’Europa verso un conflitto aperto.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Conte ha delineato i motivi della sua contrarietà al piano di riarmo europeo, noto come “ReArm Europe”. Secondo lui, l’approccio attuale non punta a una difesa comune e coordinata, ma si concentra piuttosto sul rafforzamento degli arsenali nazionali, il che, a suo avviso, avvantaggia solo le lobby delle armi. “Ciò che serve è una difesa comune europea e non riarmare i singoli Stati”, ha affermato, sottolineando che tale strategia non migliora la sicurezza collettiva ma alimenta un ciclo di militarizzazione.
Conte ha anche messo in discussione l’efficacia della deterrenza, che è uno dei principi fondamentali su cui si basa il riarmo. “La deterrenza funziona se il livello di armamenti è pressoché paritario”, ha spiegato, evidenziando che l’Europa non potrebbe mai raggiungere un equilibrio armato con la Russia, che possiede un arsenale nucleare di circa seimila testate. “Nel frattempo, Putin resterebbe a guardare o incrementerebbe il suo arsenale?”, si è chiesto, mettendo in evidenza i rischi di una corsa agli armamenti.
Nonostante le sue critiche al riarmo, Conte ha chiarito che il M5S non è contrario all’assistenza militare all’Ucraina, ma solo a condizione che sia accompagnata da un processo negoziale concreto. “Non abbiamo esitazioni nell’approvare un immediato sostegno militare per evitare che l’Ucraina sia cancellata in una manciata di giorni”, ha affermato. Tuttavia, ha criticato la mancanza di una svolta diplomatica da parte delle potenze europee, che hanno preferito mantenere una linea dura, convinte che la vittoria militare fosse a portata di mano.
Il leader del M5S ha anche commentato la posizione della Lega, accusandola di adottare un “pacifismo di comodo”. Secondo Conte, la Lega sostiene con i propri voti le politiche belliciste del governo, mentre il M5S ha mantenuto una coerenza nelle proprie convinzioni, anche a costo di essere etichettato come filo-putiniano. “Oggi il velo di ipocrisia è caduto”, ha sottolineato, rivendicando la necessità di una discussione onesta e aperta sulle politiche di difesa europee.
Conte ha fatto riferimento anche all’amministrazione Trump, sottolineando come la retorica di isolamento economico e politico della Russia fosse illusoria. “L’ipocrisia europea ci ha portato sull’orlo del precipizio”, ha dichiarato, evidenziando la necessità di un approccio più realistico e diplomatico nei confronti di Mosca. La sua analisi mette in luce come la narrativa dominante in Europa abbia trascurato le complessità del conflitto, favorendo una visione manichea.
Un altro aspetto interessante del dibattito riguarda le posizioni all’interno del Partito Democratico (PD), che hanno visto la segretaria Elly Schlein criticare il piano di riarmo. Conte ha apprezzato queste critiche, ma ha avvertito che non bisogna confondere un piano di investimento per la difesa con iniziative simili a quelle del Next Generation EU, concepite per affrontare le conseguenze della pandemia. “Dico solo che per un progetto serio di difesa comune non servono nuovi investimenti, ma razionalizzare quelli già programmati dai vari Stati”, ha affermato.
Un dato significativo da considerare è che attualmente l’Unione Europea spende più della Russia per la propria difesa. Questo fatto solleva interrogativi sulla reale necessità di un ulteriore riarmo e sulla possibilità di una maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse già disponibili. Conte ha sottolineato che razionalizzare le spese potrebbe portare a una difesa più efficace senza dover necessariamente aumentare il budget militare complessivo.
La posizione di Conte e del M5S pone l’accento su un’Europa che non deve essere bellicista, ma piuttosto impegnata in processi diplomatici e di cooperazione. La necessità di un approccio più pacifista e di una maggiore attenzione ai processi negoziali è centrale nel pensiero del leader grillino. La sfida, quindi, è quella di trovare un equilibrio tra sicurezza collettiva e impegno per la pace, evitando che le scelte militari possano compromettere la stabilità del continente.
In questo senso, il dibattito sul riarmo europeo non si limita a questioni tecniche o militari, ma si intreccia con questioni di identità e valori fondamentali che dovrebbero guidare l’Unione Europea nel suo percorso futuro.
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