La situazione dei diritti LGBTQIA+ in Ungheria continua a sollevare preoccupazioni a livello europeo. Il governo di Viktor Orbán ha recentemente approvato leggi che vietano le celebrazioni del Pride, suscitando reazioni forti da parte di leader politici e organizzazioni per i diritti umani. In questo contesto, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha chiesto a Giorgia Meloni e Matteo Salvini di prendere le distanze da tali misure, considerate oscurantiste e discriminatorie.
Un contesto di crescente intolleranza
L’Ungheria, sotto la guida del governo di Orbán, ha visto un aumento delle leggi contro la comunità LGBTQIA+. Secondo il rapporto annuale di ILGA-Europe, un’organizzazione che monitora i diritti LGBTQIA+ in Europa, il Paese è scivolato ulteriormente nella classifica dei diritti civili, classificandosi tra le nazioni meno accoglienti per le persone LGBTQIA+. Il governo ha giustificato queste leggi con l’argomento della protezione dei valori familiari tradizionali, ma la realtà è che queste misure hanno come obiettivo principale l’oscuramento della visibilità e dell’esistenza della comunità LGBTQIA+.
La richiesta di Schlein
Schlein ha messo in evidenza che la situazione in Ungheria è inaccettabile, soprattutto considerando che il paese è parte dell’Unione Europea. “È una degenerazione che vede leggi omobitransfobiche sempre più violente”, ha dichiarato. La segretaria del PD ha invitato Meloni e Salvini, spesso citati come sostenitori delle politiche di Orbán, a prendere una posizione chiara contro queste leggi. “La diversità non si può vietare per legge, non si possono cancellare le persone”, ha aggiunto, sottolineando l’importanza della solidarietà internazionale nei confronti delle persone LGBTQIA+.