Assisi | pexels @hadzaj - Alanews.it
Il vescovo Sorrentino ha chiesto il sequestro, denunciando un’offesa al sentimento religioso e un possibile inganno.
Un episodio inquietante ha recentemente scosso la comunità religiosa: alcune reliquie di Carlo Acutis, il giovane milanese noto per il suo impegno nella fede e nella divulgazione della religione attraverso Internet, sono state messe all’asta online per una cifra che supera i 2.000 euro. La denuncia proviene dal vescovo di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, che ha richiesto il sequestro di questi oggetti sacri.
Carlo Acutis, che sarà proclamato santo ad aprile di quest’anno, è una figura molto amata, in particolare tra i giovani. La sua vita, segnata dalla malattia e dalla prematura scomparsa a soli 15 anni a causa di una leucemia fulminante, lo ha reso un simbolo di speranza e fede. Le sue reliquie, attualmente custodite nel Santuario della Spogliazione ad Assisi, non dovrebbero mai diventare oggetto di commercio. Tuttavia, l’asta online, organizzata da un venditore anonimo, ha messo in discussione il rispetto per i santi e la sacralità delle reliquie.
Monsignor Sorrentino ha evidenziato che “non sappiamo se le reliquie siano vere o false, ma se fosse tutto inventato e ci fosse l’inganno, saremmo di fronte a una truffa e a un’ingiuria al sentimento religioso”. La denuncia è stata presentata alla Procura di Perugia, che ha avviato le indagini per accertare la veridicità delle reliquie e la legalità dell’asta.
Oltre ai presunti capelli di Acutis, il vescovo ha rivelato che sul web circolano altre reliquie attribuite a lui e a diversi santi, creando un vero e proprio “mercatino” di reliquie. Sorrentino ha affermato che “su Internet esiste un listino prezzi per le reliquie di vari santi, tra cui il nostro San Francesco, e questo è inaccettabile”. La pratica di vendere reliquie è in aperto contrasto con il diritto canonico, che stabilisce che le reliquie devono essere donate gratuitamente dai vescovi, senza alcun profitto commerciale. Eventuali offerte possono essere fatte solo in segno di rispetto al santuario di provenienza.
Il vescovo ha descritto l’asta come una “grande offesa al sentimento religioso”, un comportamento che profana la memoria di Acutis e mina il rispetto per i santi e la loro eredità spirituale. La famiglia di Carlo, consapevole dell’importanza di preservare l’integrità della sua figura, ha donato il corpo alla Diocesi di Assisi, affinché la sua vita e il suo messaggio continuino a ispirare i giovani di oggi.
Monsignor Sorrentino ha concluso con una riflessione preoccupata sulla crescente mercificazione della fede: “A cosa può portare l’idolo denaro, ho timore che ci sia lo zampino di Satana”. Le sue parole evidenziano un problema più ampio, quello della commodificazione dei simboli religiosi e della perdita dei valori spirituali che dovrebbero accompagnarli.
Questo episodio non è un caso isolato, ma riflette una tendenza inquietante nella società contemporanea, dove il sacro e il profano spesso si mescolano, creando confusione e disorientamento tra i fedeli. La Chiesa è ora più che mai chiamata a vigilare e a proteggere la sacralità dei suoi simboli, affinché la fede non venga ridotta a merce di scambio.
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