Un decreto e due disegni di legge mirano a rendere la cittadinanza più seria, secondo il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Si punta a rafforzare il legame affettivo ed effettivo con l’Italia, contrastando gli abusi del passato, afferma il vicepremier.
Il tema della cittadinanza italiana è tornato al centro del dibattito pubblico grazie alla recente proposta di riforma presentata dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Durante un incontro con la stampa a Roma, Tajani ha delineato un piano che mira a rafforzare il legame tra i nuovi cittadini e l’Italia, affrontando al contempo le problematiche di abusi nel processo di acquisizione della cittadinanza. Questa riforma si compone di un decreto e di due disegni di legge, ed è volta a garantire che la cittadinanza non sia solo un atto burocratico, ma un vero e proprio riconoscimento di appartenenza alla comunità italiana.
Un legame affettivo ed effettivo
Il ministro Tajani ha enfatizzato l’importanza di creare un legame affettivo ed effettivo con il Paese, sottolineando che la cittadinanza deve essere considerata un istituto “molto serio”. Questo approccio è particolarmente rilevante in un contesto in cui oltre 1,5 milioni di persone risiedono in Italia senza cittadinanza, nonostante svariati anni di permanenza. La riforma si propone di favorire l’integrazione di queste persone, permettendo loro di contribuire attivamente alla crescita economica e sociale dell’Italia.
Criteri rigorosi per l’acquisizione della cittadinanza
Uno dei punti chiave della riforma è l’introduzione di criteri più rigorosi per l’acquisizione della cittadinanza. Tra i requisiti principali ci sono:
- Dimostrare una conoscenza adeguata della lingua italiana:.
- Comprendere e rispettare la cultura nazionale.
Questi requisiti non sono solo un modo per contrastare gli abusi, ma servono a garantire che i nuovi cittadini possano realmente integrarsi nella società italiana.
Controllo e revoca della cittadinanza
Il ministro ha anche proposto un controllo più severo sui casi di cittadinanza già concessa. Le nuove misure prevedono l’istituzione di un’agenzia incaricata di monitorare i casi e di esaminare eventuali irregolarità. Tajani ha affermato che “non possiamo permettere che la cittadinanza venga utilizzata come un passaporto per abusi”. Inoltre, in caso di comportamenti contrari ai principi democratici o di attività legate alla criminalità organizzata, sarà possibile la revoca della cittadinanza.
Tuttavia, la riforma ha suscitato critiche da parte di associazioni e gruppi di attivisti, preoccupati per i requisiti linguistici e culturali che potrebbero escludere categorie vulnerabili di migranti. Tajani ha risposto a queste preoccupazioni affermando che il governo è aperto al dialogo, con l’obiettivo di costruire una società più inclusiva.