La bandiera della Serbia | Pixabay @Kaufdex - alanews.it
In Serbia, oggi si sono svolte nuove proteste anti-governative organizzate da attivisti studenteschi, supportati da lavoratori delle istituzioni scientifiche. I manifestanti chiedono miglioramenti economici e la mobilitazione persiste da cinque mesi, creando timori per la perdita dell’anno scolastico.
In Serbia, le proteste anti-governative continuano a guadagnare slancio, con manifestazioni e raduni che si svolgono in tutto il paese. Oggi, attivisti del movimento studentesco hanno guidato nuove iniziative, sostenute da diverse organizzazioni dell’opposizione e da lavoratori delle istituzioni scientifiche e di ricerca. Questi eventi riflettono un crescente desiderio di miglioramenti economici e di condizioni lavorative più favorevoli, con i partecipanti che esprimono il loro discontento contro le autorità attuali.
Le manifestazioni di oggi hanno visto una massiccia partecipazione da parte di studenti e attivisti, che si sono uniti per chiedere un cambiamento. La loro voce risuona in tutto il paese, evidenziando un forte malcontento sociale e una richiesta di giustizia. Il movimento studentesco sta diventando un’importante forza di opposizione, capace di mobilitare le masse e di portare alla luce le problematiche che affliggono la società serba.
A Belgrado, i manifestanti si sono radunati davanti all’Università, dando vita a un corteo che ha attraversato il centro città, culminando davanti alla sede del governo. Anche a Novi Sad, una delle città più importanti del nord, i cittadini hanno partecipato attivamente a una marcia che ha portato al rettorato, dove si è tenuto un comizio. Altri raduni e blocchi stradali sono stati segnalati a Smederevo, Sabac e Novi Pazar, dimostrando che il malcontento è un fenomeno diffuso e in crescita in tutto il paese.
Le manifestazioni di oggi si inseriscono in un contesto di tensione sociale che perdura da cinque mesi. I timori crescono riguardo all’impatto che queste mobilitazioni potrebbero avere sull’anno scolastico degli studenti universitari e delle scuole superiori. La situazione è complicata dalla crisi sociale e dalla transizione politica, seguita alle dimissioni del premier Miloš Vučević e del suo governo a gennaio, una risposta alle crescenti pressioni popolari dopo un tragico incidente a Novi Sad che ha causato la morte di 16 persone.
Il disastro che ha colpito Novi Sad è stato attribuito dagli studenti e dall’opposizione a un clima di incuria e alla mancanza di controlli, evidenziando la dilagante corruzione a tutti i livelli della società serba. Le attuali manifestazioni non sono solo una contestazione del governo, ma anche una richiesta urgente di maggiore responsabilità e trasparenza da parte delle istituzioni. Con un panorama politico in evoluzione e la pressione sociale in aumento, sarà interessante osservare come si svilupperanno gli eventi nei prossimi giorni e settimane.
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