Lampedusa, 07 aprile – Sono sbarcate all’1.15 le 28 persone soccorse dalla nave Safira della ONG Mediterranea Saving Humans. Il salvataggio è avvenuto in acque internazionali, 35 miglia a sud ovest dell’isola. I migranti, in condizioni critiche, erano partiti da Sabratha, Libia. Durante il weekend si sono registrati oltre 600 sbarchi, con, purtroppo, segnalazioni di un naufragio nella zona
All’1:15 di notte, il 7 aprile, il porto di Lampedusa ha accolto 28 migranti salvati dalla nave a vela Safira della ong Mediterranea Saving Humans. L’operazione di soccorso si è svolta nel pomeriggio del giorno precedente, in acque internazionali, precisamente nella zona Sar di competenza maltese e tunisina, a circa 35 miglia a sud-ovest dell’isola. Secondo quanto riportato da Mediterranea, il team di soccorso ha individuato l’imbarcazione in difficoltà grazie all’osservazione attenta effettuata dal ponte, utilizzando binocoli, mentre effettuava un monitoraggio dell’area a partire dall’alba.
L’operazione di soccorso
Il momento critico è avvenuto verso le 16 di domenica, quando l’equipaggio ha notato la barca non segnalata in precedenza. Dopo aver fornito giubbotti di salvataggio ai migranti, il team ha contattato le autorità maltesi per richiedere un intervento di recupero. Tuttavia, la risposta è stata tardiva e, in alcuni casi, le autorità si sono rifiutate di intervenire. La situazione è diventata ancor più drammatica quando il motore dell’imbarcazione, già in avaria, ha preso fuoco. A quel punto, il team di Mediterranea ha deciso di evacuare i migranti, portandoli in salvo a bordo della Safira.
I naufraghi, partiti 52 ore prima dalla costa libica di Sabratha, sono arrivati esausti e con gravi problemi di disidratazione. La loro fuga dalla Libia, un paese segnato da conflitti e instabilità, ha coinvolto migranti di diverse nazionalità: Sudan, Egitto, Marocco e Bangladesh. Tra di loro, si trovavano anche 12 minori non accompagnati, il che rende la situazione ancora più allarmante e complessa dal punto di vista umanitario.
La situazione migratoria a Lampedusa
Mediterranea ha segnalato che a partire dalla notte tra venerdì e sabato, si sono registrati circa una trentina di sbarchi a Lampedusa, con l’arrivo di oltre 600 persone il sabato e 830 il giorno successivo fino a mezzanotte. Le cifre forniscono un quadro allarmante della situazione migratoria nel Mediterraneo, dove le traversate sono sempre più frequenti e rischiose. Tuttavia, non tutte le storie hanno un epilogo positivo. La ong ha riportato che tra le imbarcazioni di fortuna partite da Libia e Tunisia, ci sono stati casi di naufragi tragici.
Attorno alle 8:50 di domenica, la Safira ha avvistato diverse tavole di legno galleggianti, segno di un possibile naufragio. Poco dopo, l’equipaggio ha scorto un corpo senza vita tra le onde, quello di un giovane di colore, probabilmente di età compresa tra i 15 e i 25 anni, che indossava un giubbotto di salvataggio beige. Il team ha invertito la rotta per cercare di recuperare il corpo, ma purtroppo, mentre si avvicinavano, è stato inghiottito dalle onde, scomparendo nel mare.
La crisi migratoria continua
La situazione a Lampedusa e nel Mediterraneo continua a essere critica, evidenziando la complessità della crisi migratoria e la necessità di una risposta coordinata e umanitaria da parte delle autorità europee. La sfida è enorme, con migliaia di vite in gioco e la speranza di un futuro migliore che spinge molti a intraprendere viaggi estremamente pericolosi. La testimonianza di chi riesce a salvarsi, come i 28 migranti portati a Lampedusa, è un richiamo alla responsabilità collettiva per affrontare le radici di questa crisi e per garantire che ogni vita venga rispettata e protetta.