Falt i det fri (Public domain)
Durante un acceso dibattito alla Casa Bianca, Zelensky ha sfidato il vicepresidente Vance su presunti atteggiamenti “irrispettosi” nei confronti dell’Ucraina. Trump ha avvertito l’ucraino di non dettare condizioni, affermando che senza il supporto USA la guerra sarebbe finita rapidamente.
Recentemente, uno scontro senza precedenti si è verificato nello Studio Ovale della Casa Bianca tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Durante una conferenza stampa, Trump ha evidenziato in modo incisivo la sua posizione riguardo alla situazione in Ucraina, esprimendo una forte critica nei confronti del leader ucraino. “Devi essere grato”, ha affermato Trump, riferendosi all’assistenza militare fornita dagli Stati Uniti e sottolineando che Zelensky sta “giocando con la vita di milioni di persone”.
L’incontro ha avuto luogo in un’atmosfera di alta tensione, con Zelensky che ha risposto a Trump e al vicepresidente JD Vance, presente durante il dibattito. Quest’ultimo aveva precedentemente accusato Zelensky di mancare di rispetto agli Stati Uniti. “Sei stato in Ucraina?”, ha chiesto Zelensky a Vance, il quale ha replicato di aver “letto e visto” riguardo alla situazione ucraina, ma il presidente ucraino ha scosso la testa, esprimendo il suo disappunto.
Nel corso del confronto, Trump ha apertamente sfidato Zelensky, affermando che se gli Stati Uniti non avessero supportato l’Ucraina, la guerra sarebbe finita in pochi giorni. Il presidente ucraino ha risposto piccato, sostenendo che il conflitto non si sarebbe risolto facilmente e che l’aggressione russa non si sarebbe fermata senza un intervento significativo. “Obama vi ha dato lo scudo, io i missili Javelin,” ha affermato Trump, lasciando intendere che Zelensky dovrebbe mostrare maggiore gratitudine verso l’amministrazione americana.
In un altro passaggio incendiario, Trump ha dichiarato: “Senza le armi americane, la guerra sarebbe finita in due settimane”, accusando Zelensky di non avere “le carte in mano” per negoziare un accordo di pace. “Dovreste essere riconoscenti”, ha continuato, suggerendo che l’Ucraina non ha la forza necessaria per dettare le condizioni. In risposta a queste provocazioni, Zelensky ha ribadito la determinazione dell’Ucraina a resistere all’aggressione russa, affermando di non essere venuto negli Stati Uniti “per giocare a carte”.
Il confronto ha subito un ulteriore inasprimento quando Trump ha avvertito Zelensky che, se non si giungesse a un accordo, gli Stati Uniti potrebbero ritirarsi dall’assistenza. “O fai un accordo o noi ci tiriamo fuori,” ha avvertito Trump, accentuando il suo ruolo di “arbitro” tra le due nazioni. Questo scambio ha sollevato preoccupazioni riguardo a un possibile allontanamento degli Stati Uniti dall’Ucraina, con Trump che ha fatto riferimento a un “futuro incerto” per il paese.
Il dibattito ha anche attirato l’attenzione dei media, in particolare per la presenza di un giornalista dell’agenzia russa Tass, che è stato allontanato dallo Studio Ovale, suscitando critiche e interrogativi sulla trasparenza delle comunicazioni.
Zelensky ha anche mostrato a Trump immagini di atrocità commesse in Ucraina, sottolineando la necessità di non fare compromessi con Putin. “Non ci devono essere compromessi con un assassino sul nostro territorio,” ha affermato, ribadendo la volontà dell’Ucraina di resistere e combattere.
In questo contesto di crescente tensione, la presenza di Zelensky negli Stati Uniti è stata interpretata come un tentativo di rafforzare le garanzie di sicurezza per l’Ucraina. “Insieme possiamo fermare Putin,” ha esclamato Zelensky, evidenziando l’importanza della cooperazione internazionale.
Il confronto ha messo in luce non solo le divergenze tra i due leader, ma anche le complesse dinamiche geopolitiche che circondano la guerra in Ucraina. Mentre Trump sembra voler mantenere una posizione di forza nei negoziati, Zelensky continua a cercare un sostegno internazionale per garantire la sicurezza e la sovranità del suo paese. La questione della pace in Ucraina rimane quindi al centro delle discussioni, con implicazioni che si estendono ben oltre i confini europei.
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