Un cartello usato durante le proteste dei pro-vita | Photo by James McNellis licensed under CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/deed.en) - Alanews.it
Londra, 04 aprile – Livia Tossici-Bolt, attivista pro-life italiana, è stata condannata a due anni con la condizionale e a una multa di 20 mila sterline per aver violato la buffer zone davanti a una clinica per aborti a Bournemouth. La Tossici-Bolt, sostenuta da politici americani e gruppi come Alliance Defending Freedom, ha difeso il suo diritto alla libertà di espressione
Livia Tossici-Bolt, un’attivista pro-life di origine italiana, è stata recentemente condannata dalla giustizia britannica a due anni di libertà vigilata e a una multa di 20 mila sterline. Questa sentenza ha attirato l’attenzione non solo a livello locale, ma ha anche suscitato un dibattito internazionale sulla libertà di espressione e sui diritti delle donne in relazione all’aborto. La condanna è il risultato della violazione delle norme relative alle “buffer zone”, aree in cui sono vietate le manifestazioni antiabortiste, in prossimità di una clinica per l’interruzione di gravidanza a Bournemouth, nel sud dell’Inghilterra.
Livia Tossici-Bolt, che vive nel Regno Unito da 35 anni e ha una carriera come ricercatrice medica, ha descritto la sentenza come “un giorno buio” per il Paese. Durante il processo, ha ribadito la sua innocenza, sostenendo di non aver mai protestato né di aver importunato le persone. “Tutto ciò che ho fatto è stato offrire una conversazione consensuale in un luogo pubblico, un mio diritto fondamentale”, ha dichiarato con indignazione. La sua presenza davanti alla clinica era caratterizzata da un semplice cartello con la scritta: “Sono qui per parlare, se vuoi”, che secondo lei non costituiva una violazione della legge, ma un tentativo di dialogo.
Il caso ha ricevuto un forte sostegno internazionale, inclusa la difesa della libertà di espressione da parte dell’amministrazione dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Il vice-presidente JD Vance e il Dipartimento di Stato hanno richiesto il rispetto dei diritti di Tossici-Bolt, accendendo un dibattito più ampio sulla questione. Inoltre, Tossici-Bolt è sostenuta dall’Alliance Defending Freedom (ADF), un’organizzazione cristiana conservatrice degli Stati Uniti che si oppone alle leggi britanniche sulle proteste contro l’aborto, sostenendo che tali misure ledano il diritto di esprimere opinioni su temi morali e sociali.
Dall’altra parte, la questione ha sollevato preoccupazioni tra i sostenitori dei diritti delle donne. Una portavoce del primo ministro laburista Keir Starmer ha sottolineato l’importanza della libertà di espressione nel Regno Unito, ma ha anche ribadito che è fondamentale garantire alle donne il diritto di decidere senza subire pressioni esterne. Questo dibattito si inserisce in un contesto più ampio, dove le tensioni tra diritti individuali e libertà di espressione sono in costante aumento.
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