NEW YORK – Immigrazione e deportazioni paragonate a un servizio e-commerce: il direttore ad interim dell’Ice, Todd Lyons, propone un sistema simile a Amazon Prime. Raccolta e espulsione dei migranti con efficienza commerciale. Dichiarazioni shock all’expo di Phoenix
Il tema dell’immigrazione negli Stati Uniti continua a suscitare dibattiti accesi, e una recente proposta ha attirato l’attenzione per la sua natura controversa. Durante il Border Security Expo, tenutosi a New York il 10 aprile, alcuni esponenti dell’amministrazione Trump hanno suggerito di replicare metodi di efficienza aziendale, simili a quelli di Amazon, per accelerare il processo di espulsione degli immigrati. Tra i relatori principali c’era il direttore ad interim dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE), Todd Lyons, che ha illustrato come l’adozione di nuove tecnologie e strategie possa trasformare radicalmente il modo in cui gli Stati Uniti gestiscono le espulsioni.
La proposta controversa
Lyons ha dichiarato: “Dobbiamo iniziare a trattare questo processo come un’attività commerciale. Come Prime, ma con gli esseri umani”. Queste parole hanno sollevato un coro di critiche e preoccupazioni da parte di attivisti per i diritti umani e osservatori del settore. L’idea di paragonare le persone a pacchi da spedire ha suscitato indignazione, evidenziando una visione disumanizzante nei confronti di chi cerca una vita migliore negli Stati Uniti.
L’uso dell’Alien Enemies Act
Lyons, insieme a Tom Homan, noto per il suo ruolo di “zar delle frontiere”, e Kristi Noem, segretaria del Dipartimento della Sicurezza Interna, ha elogiato l’uso dell’Alien Enemies Act, una legge risalente al 1798, per deportare i venezuelani. Questa legge, storicamente controversa e utilizzata in passato durante la Seconda Guerra Mondiale per giustificare l’internamento degli americani giapponesi, è stata ritenuta un “strumento straordinario” per affrontare l’immigrazione irregolare. Noem ha promesso di estenderne l’applicazione, affermando che questo approccio consentirebbe di espellere gli immigrati in modo più efficiente.
L’integrazione della tecnologia nel processo di espulsione
Uno degli aspetti più sorprendenti della presentazione di Lyons è stata la sua proposta di integrare tecnologie avanzate nel processo di espulsione. Ha espresso la speranza che l’ICE possa utilizzare l’intelligenza artificiale per ottimizzare le operazioni, affermando che ciò potrebbe “liberare posti letto” nei centri di detenzione e “riempire gli aerei” per facilitare l’espulsione rapida degli immigrati. Questa visione futuristica suscita interrogativi etici e pratici, poiché pone l’accento su un approccio automatizzato a una questione complessa e umana.